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Wushu Moderno - Classificazione

Il Wushu moderno sportivo è stato sport dimostrativo alle Olimpiadi del 2000. Alle Olimpiadi di Pechino del 2008 si è tenuta una competizione di Wushu ma non è stato uno dei 28 sport ufficiali. Il Wushu moderno può essere suddiviso in 2 rami principali detti Taolu e Sanshou. Con Taolu si indicano delle sequenze di movimenti codificate e concatenate nelle cosidette "forme", mentre con il termine Sanshou si indica il combattimento.

Taolu
Le sequenze di movimenti seguono i principi di diversi metodi e stili, e possono essere a mano nuda o con attrezzi ed armi.

Chang Quan
(Cinese: 长拳, Changquan) letteralmente 长 Chang = lungo, 拳 Quan = pugno. L'origine del Changquan si fa risalire all'imperatore Song Taizu e le sue tecniche si trovano descritte nel trattato, sugli stili del Wushu, del Generale Qi Jiguang.
In epoca moderna il Changquan è diventato la disciplina nazionale più diffusa, seconda solo al Taijiquan, e la sua tecnica è stata codificata in forme chiamate Taolu. La particolarità principale del Changquan è costituita dai gesti ampi e distesi, con movimenti agili e rapidi nei quali la mano si allunga per attaccare a distanza. Il passo è veloce, il salto elevato, le sequenze di movimenti caratterizzate da un ritmo vivace ma variato, dove alla velocità si alternano lentezza ed alcune pause.
Le posizioni statiche sono molto solide, i ritmi chiaramente definiti e i colpi molto precisi e le doti acrobatiche degli atleti sono molto evidenziate.
Attraverso gli esercizi si accresce la forza, la velocità, l'agilità, la flessibilità e la resistenza, viene stimolato lo sviluppo fisico, ci si addestra nella tecnica di difesa e di attacco.
Lo studio del Changquan include anche la conoscenza delle 4 armi di base: il bastone e la lancia - armi lunghe; la spada e la sciabola - armi corte.

Nan Quan
(Cinese: 南拳 Pinyin: Nanquan) traducibile in 南 Nan = sud, 拳 Quan = pugno. Il termine 南拳Nánquán indica l’insieme di stili delle arti marziali cinesi che si sono originati e sviluppati a sud del fiume Yangtze, che conobbe una grande diffusione intorno al 1960.
Il Nánquán contemporaneo è uno stile moderno, creato durante la grande rivoluzione culturale, derivato da alcuni degli stili più diffusi della regione del Guangdong, del Guangxi, del Fujian e dello Zhejiang fuse ad alcuni aspetti dei metodi di famiglie tradizionali come Hong, Li, Liu, Mo e Cai.
La forza dei movimenti deriva da posizioni ristrette e stabili in cui le rotazioni rapidissime della vita generano una serie di movimenti veloci, forti e repentine delle braccia predilette alle tecniche di gambe, al punto che in Cina è popolare il detto Nanquan Beitui(pugni al Sud e calci al Nord).
Il Nanquan è comunque caratterizzato nella sua pratica ed espressione da una ricca serie di fondamentali, gesti tecnici e gruppi di movimenti inconfondibili, sebbene nelle forma da competizione libere attualmente si vada perdendo alcuni di questi aspetti per guadagnare nelle prestazioni atletiche e nell’estetica più fine ed aggraziata.
Inconfondibile rimane comunque l’utilizzo delle mani e delle dita (Shou fa, Zhi fa) e la postura durante l’esecuzione delle tecniche di pugno.
Le caratteristiche peculiari e distintive del Nánquán consistono in movimenti e tecniche veloci, potenti, ferme e decise, con posizioni statiche e spostamenti solidi e repentini ma allo steso tempo agili, e rispetto all’eleganza ed alla leziosità degli stili del Nord, esprime grande forza e vigore, espresso anche attraverso urla, dette fasheng, che rappresenta o riproduce le caratteristiche di animali, aspetto interpretabile come il predecessore del “kiai” caratteristico delle Arti Marziali nipponiche e coreane.
Anche il Nánquán prevede l’utilizzo di molteplici armi, come la sciabola del Sud - Nandao 南刀, ed il bastone del Sud - Nangun 南棍, diverse dalle armi del Nord sia nell’aspetto sia nel maneggio e nell’esecuzione tecnica dei fondamentali; anche le armi sono incluse nelle forme prestabilite (taolu) durante le competizione ufficiali.
Nelle arti marziali cinesi l'uso delle armi si è sviluppato parallelamente alla pratica a mani nude.
Nel Wushu moderno le armi fondamentali sono:
• la sciabola (Cinese: 刀, Dao);
• il bastone (Cinese: 棍, Gun);
• la spada (Cinese: 劍; Jian);
• la lancia (Cinese: 槍; Qiang).

Sanshou, Sanda
Il Sanda (o Sanshou) è l'erede sportivo dell'antica tradizione del combattimento a mani nude cinese e nel passato le competizioni di combattimento libero erano molto popolari.
Dal punto di vista tecnico questa disciplina permette di utilizzare un'ampia varietà di tecniche che comprendono colpi portati con le gambe, pugni e proiezioni ovvero tecniche che prevedono l'atterramento dell'avversario durante le azioni di corpo a corpo.
Il combattimento e l'addestramento prevede che si indossino adeguate protezioni: guantoni, paradenti, caschetto, corpetto, conchiglia e paratibie.

Classificazione
Quello della classificazione degli stili è un problema annoso per gli studiosi delle arti marziali cinesi, infatti, la loro realtà ampia e variegata (si contano oltre 400 stili) rende difficile racchiuderli in schemi rigidi e teorici.
Nonostante questa difficoltà si sono individuati molti criteri di classificazione, di cui tre sono i principali:
1) Distinzione tra Neijia (Famiglia Interna) e Waijia (Famiglia Esterna).
2) Distinzione tra Stili del Nord e Stili del Sud.
3) Distinzione in tre grandi zone di diffusione.

1) Neijia e Waijia
La prima grande distinzione che presentiamo è quella tra Neijia, in altre parole gli stili interni, e Waijia, gli stili esterni.
Gli stili interni rispondono ai principi della Yin e dello Yang, dei 5 elementi e degli Otto Trigrammi, salvo poi ritrovare negli stili considerati esterni la rispondenza ai medesimi principi; gli stili esterni deriverebbero dalle ginnastiche insegnate da Damo.
Ciò determina un’altra ipotesi sull’utilizzo dei termini interno ed esterno, legata all’origine differente dei due sistemi, perché il Neijia viene fatto risalire, come pensiero filosofico, agli insegnamenti di Laozi, un cinese, da qui l’aggettivo interno; il Waijia, come ho già detto prima, viene fatto risalire a Damo (nome cinese di Bodidharma), un persiano o indiano, uno straniero, da qui il termine esterno .
In realtà non è assolutamente facile cogliere il significato profondo della differenza fra Waijia e Neijia.
In linea di massima si potrebbe affermare che le scuole di wushu Waijia o scuole esterne, si basano su di un lavoro fisicamente molto duro ed usano tecniche molto precise e ben definite. Attraverso il tipo di lavoro fisico che si usa nell’allenare questi stili si ottiene un rafforzamento dell’apparato osteo-articolare (spesso nell’esecuzione di posizioni basse e statiche) e di seguito dell’apparato muscolo-tendineo (esecuzione di gesti atletici in grande velocità). All’interno o per mezzo di queste azioni si arriva ad un uso razionale della respirazione (Qi), alla protezione dei principi vitali (Jing), alla condensazione dell’intenzione (Yi) e all’elevazione dello spirito (Shen) in un processo cosiddetto di “raffinazione delle tre energie” (Qi-Jing-Shen).
Nelle scuole di Wushu Neijia o scuole interne, questo processo è invertito. All’inizio della pratica si pone subito l’attenzione alla liberazione dello spirito “Shen” per poi dirigere l’intenzione “Yi”, mobilitare il principio vitale “Jing”, dirigere il respiro “Qi” ed infine rigenerare la forma corporea (Xing).
Si può quindi affermare che sia negli stili Neijia sia negli stili Waijia gli elementi fondamentali sono sempre i medesimi: ossa, muscoli, tendini, circolazione dei liquidi corporei vitali (Jing), respirazione (Qi), mente/spirito (Yi/Shen). Si può quindi anche affermare che i due metodi, con sistemi di lavoro diversi si propongono i medesimi scopi.
Il Neijia è spesso accostato a significati esoterici, forse a causa dei presunti legami che, pare, questi stili abbiano con la filosofia e la religione taoista. In realtà facendo riferimento a questi stili si parla di “forza interna” poiché la manifestazione della forza fisica esiste comunque come negli stili esterni ma è meno evidente, più profonda e flessibile e soprattutto è basata su di una coordinazione precisa tra l’atteggiamento mentale/spirituale e la struttura del corpo umano, una sorta di potenza psicofisica che scaturisce in modo fulmineo e devastante. L’esempio tipicamente usato per capire e spiegare questo fenomeno è quello dell’acqua e della sua forza intrinseca; basti pensare alla cedevolezza dell’acqua, in stato di quiete, e all’effetto che farebbe l’essere investito da un’onda alta tre metri.
Possiamo concludere affermando che quando parliamo di Neijia o di Waijia parliamo di due facce della stessa medaglia e nel gergo delle arti marziali è uso dire che “l’interno” necessita “dell’esterno” per manifestarsi e “l’esterno” necessita “dell’interno” per avere forza vitale.
Gli stili interni sono anche detti morbidi; quelli esterni sono anche detti duri: questo per sottolineare che nella pratica dei primi sarebbero quasi assenti le contrazioni muscolari massimali e nei secondi al contrario abbonderebbero.
Durante il periodo nazionalista (1927-1949) venne fondata l’Accademia Centrale di Guoshu di Nanchino che era divisa in due sezioni principali, una in cui venivano praticati i sistemi Neijia, detta Wudang, e l’altra in cui venivano praticati i sistemi Waijia, detta Shaolin. In questo modo si ribadisce il presunto collegamento al Taoismo da una parte ed al Buddismo dall’altra.
Wudang e Shaolin sono due famosi centri religiosi e per la pratica delle arti marziali: Shaolin è un tempio buddista sede dei famosi Monaci Guerrieri; Wudang è una montagna sacra Taoista, che ospita un complesso di templi.

Un’altra località importante nel panorama del wushu è la montagna Emei, luogo sacro per i buddisti ma che accoglie numerosi templi taoisti; gli stili di pugilato che vi si originano, a detta di coloro che li praticano, inglobano elementi Wudang/Neijia e Shaolin/Waijia. Probabilmente questo discorso è generalizzabile a tutti gli stili di Wushu tradizionale, infatti, nel passato fino all’epoca della dinastia Ming (1368-1644) tale divisione non esisteva; la distinzione comincia ad apparire in alcuni scritti della fine del 1600, in cui si afferma che nel 1500 appare nell’area di Ningbo e Wenzhou nel Sud-Est della Cina (più precisamente nella provincia dello Zhejiang) uno stile nuovo di Wushu detto Neijiaquan, che si faceva risalire al monaco taoista Zhang Sanfeng della Montagna Wudang.
Zhang avrebbe imparato il sistema Waijia a Shaolin e poi con il supporto di nuovi concetti, avrebbe creato questo nuovo stile. Una scuola che si dice erede di questo sistema esiste ancor oggi nel Sud, anche se si tende a credere che lo stile originario sia andato perduto.
Lo Xingyiquan, il Taijiquan e il Baguazhang sarebbero stati sviluppati in modi diversi ma cercando di riprodurre i concetti del Neijiaquan di Zhang Sanfeng. Nel 1882, per iniziativa di Cheng Tinghua, un maestro di Baguazhang, alcuni importanti maestri di quei tre stili cercarono di riunirli in una famiglia unica, cui assegnarono il nome Neijia.