Mi stà capitando già parecchie volte che alcuni dei miei atleti che corrono per passione o anche per esigenze della nostra disciplina, mi chiedano quali scarpe comprare per il running, o il motivo dei loro problemi muscolari o tendinei in seguito alla corsa. Non sono un medico ma ...posso aiutarvi nel mio piccolo:
Ebbene, diciamo innanzitutto che non bisogna comprare la scarpa alla moda per il running o la scarpa uguale a quella che compra il nostro amico, ma che ognuno di noi dovrebbe avere la scarpa giusta per il proprio obiettivoed in base alle proprie caratteristiche fisiche. Andiamo nel particolare e vediamo che prima di procedere all'acquisto di una scarpa per la corsa dovremmo fare il test di appoggio del piede. Questo semplice test verifica appunto in che modo appoggia il piede al pavimento e ci da il risulato: 1. normale - 2. pronatore - 3. supinatore.
Per pronatore si intende che la parte di appoggio del nostro avampiede è l'interno.
Per supinatorte si intende che la parte di appoggio del nostro avampiede è l'esterno.
Mentre il tallone in entrambi i casi poggia la parte esterna.
Ovviamente ci sono altri fattori che incidono sull'acquisto della nostra scarpa!! Cioè il peso della persona, e come abbiamo detto inizialmente il nostro obiettivo. Di seguito vi riporto le 4 +1 suddivisioni date per l'acquisto:
Categoria A1: SUPER-LEGGERE
sono le più veloci, di forma curva e di peso contenuto max 250 gr. presentano poco dislivello tra avampiede e tallone, sono quasi sempre piatte e con potere ammortizzante molto limitato. Garantiscono ottima flessibilità e una risposta reattiva. Sono quindi indicate per le gare su strada di atleti leggeri e veloci, mentre sono vietate ai podisti pesanti, ai lenti e ai pronatori.
Categoria A2: INTERMEDIE
offrono un buon compromesso tra controllo del movimento nel retropiede e flessibilità nell'avampiede. Pesano tra 250 e 290 gr. sono di forma semicurva e hanno un dislivello medio tra avampiede e tallone. In alcuni casi sono dotate di supporti di controllo del movimento il cui intervento è comunque limitato. L'ammortizzamento è quasi sempre buono. Gli atleti più in forma e quelli leggeri possono usare questo genere di scarpe anche per gli allenamenti. I podisti più pesanti o i meno veloci le possono utilizzare come scarpa da gara.
Categoria A3: MASSIMO AMMORTIZZAMENTO
sono l'ideale per l'allenamento del corridore medio e del principiante. Sono di forma dritta o semicurva con un buon dislivello tra avampiede e tallone per salvaguardare tendini e articoilazioni da infortuni, peso superiore ai 300 e inferiore ai 400 gr. Per garantire il massimo effetto ammortizzante e una buona flessibilità, spesso permettono un minor controllo del movimento. Questi modelli sono indicati per qualsiasi chilometraggio, per gli atleti con appoggio neutro o in inversione. Il 90 % dei runner che utilizzano plantari personalizzati usano scarpe di questa categoria.
Categoria A4: STABILI
sono create per correggere l'eccesso di pronazione, cioè per chi ha il piede piatto e tende a piegare la scarpa verso l'interno. Resistono ai movimenti del piede sull'asse longitudinale e mediano senza che si verifichi una deformazione permanente nella loro struttura (peso tra 300 e 400 gr.). In alcuni modelli di peso contenuto si può travare un buon compromesso tra ammortizzamento e stabilità. Tutte le scarpe di questa categoria sono sconsigliate ai supiantori , cioè ai corridori con piede rigido che appoggiano l'avampiede verso l'esterno.
Trail Running
Per il trail running, la corsa fuori strada che si pratica in completa libertà sui viottoli di campagna, i sentieri dei boschi, i greti dei torrenti, le dune del deserto, le scarpe devono essere "speciali". Le calzature di questa categoria sono infatti dei piccoli carri armati, leggeri ma indistruttibili, capaci di garantire il massimo della prestazione anche sui fondi più scivolosi e difficili. In particolare: · La suola deve avere un disegno che non trattiene la terra ed è realizzata in materiali che assicurano aderenza anche sul bagnato e con le basse temperature. · L'intersuola, oltre a proteggere il piede dalle asperità del terreno, deve assicurare una buona ammortizzazione. · La tomaia È studiata per contenere bene il piede ed essere rinforzata nei punti dove possono verificarsi impatti, come ad esempio sulla punta. · La calzata dev'essere perfetta, il piede non deve assolutamente "ballare" e la scarpa deve dare una sensazione di tenuta.
P.S: Rivolgetevi a negozi specializzati.
Bibliografia:
- Riassunto della classificazione delle Scarpe, pubblicata alcuni anni fa sulla rivista "correre"
- A cura del Dr. Danilo Gambarara - Facoltà Scienze Motorie - Università degli Studi di Urbino Medicina dello Sport - A.U.S.L. RIMINI
Deriva da alcuni degli stili più diffusi della regione del Guangdong, del Guangxi, del Fujian e dello Zhejiang fusi ad alcuni aspetti dei metodi di famiglie tradizionali come Hong, Li, Liu, Mo e Cai. I movimenti sono vigorosi e derivano da posizioni ristrette e stabili in cui le rotazioni rapidissime della vita generano una serie di movimenti veloci, forti e repentini delle braccia predilette alle tecniche di gambe, al punto che in Cina è popolare il detto Nanquan Beitui (pugni l Sud e calci al Nord). Inconfondibile rimane comunque l’utilizzo delle mani e delle dita (Shou fa, Zhi fa) e la postura durante l’esecuzione delle tecniche di pugno. Il Nanquan è espresso anche attraverso urla, dette fasheng, che rappresentano o riproducono le caratteristiche di animali, aspetto interpretabile come il predecessore del “kiai” caratteristico delle Arti Marziali nipponiche e coreane. 
Deriva da alcuni degli stili più diffusi della regione del Guangdong, del Guangxi, del Fujian e dello Zhejiang fusi ad alcuni aspetti dei metodi di famiglie tradizionali come Hong, Li, Liu, Mo e Cai. I movimenti sono vigorosi e derivano da posizioni ristrette e stabili in cui le rotazioni rapidissime della vita generano una serie di movimenti veloci, forti e repentini delle braccia predilette alle tecniche di gambe, al punto che in Cina è popolare il detto Nanquan Beitui (pugni l Sud e calci al Nord). Inconfondibile rimane comunque l’utilizzo delle mani e delle dita (Shou fa, Zhi fa) e la postura durante l’esecuzione delle tecniche di pugno. Il Nanquan è espresso anche attraverso urla, dette fasheng, che rappresentano o riproducono le caratteristiche di animali, aspetto interpretabile come il predecessore del “kiai” caratteristico delle Arti Marziali nipponiche e coreane. .jpg)
Nelle arti marziali cinesi l'uso delle armi si è sviluppato parallelamente alla pratica a mani nude.
